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Nuovo reperto: moneta Vittorio Emanuele II

È stata ritrovata nella pineta di Milano Marittima una moneta risalente all’epoca di Vittorio Emanuele II re di Italia

Può capitare che si vada in cerca di qualcosa e si finisca per imbattersi in un altra, ed è quanto successo questa mattina al nostro collaboratore Filippo Lucchi che, in cerca di reperti della Seconda Guerra Mondiale, è finito col trovare una moneta di Vittorio Emanuele II.

La moneta, riportante la data 1862, è rimasta sepolta per 160 anni nell’area di pineta dove nel 1945 gli aerei alleati operavano per sostenere l’avanzata dell’Ottava Armata Britannica verso il nord d’Italia (leggi qui la storia dell’aeroporto).

LA MONETA DI VITTORIO EMANUELE II

moneta vittorio emanuele II re di italia 1862 milano marittima

Al Dritto, anche se un po’ consumato dal tempo, vi è raffigurato il profilo di Vittorio Emanuele II e lungo il contorno è impressa la scritta Vittorio Emanuele II re d’Italia, mentre in basso è riportata la firma dell’incisore Ferraris (Giuseppe).

moneta vittorio emanuele II re di italia 1862 milano marittima

Al Verso, il lato meglio conservato, si nota il valore di 5 centesimi di lira e la Stella d’Italia (simbolo che rappresenta allegoricamente la terra italiana), mentre in basso, al di fuori della corona, si trova la lettera N che si riferisce alla zecca che ha coniato la moneta: Napoli.

STORIA DELLA MONETA

Figlio di Carlo Alberto e di Maria Teresa degli Asburgo-Lorena di Toscana, Vittorio Emanuele II raccoglie a soli ventotto anni la pesante eredità lasciata dal padre che abdica in suo favore il 23 marzo 1849, all’indomani della lacerante sconfitta di Novara contro gli austriaci, e facendolo diventare così l’ultimo re di Sardegna.

Il 17 marzo del 1861 il Parlamento riunito lo proclama a Torino primo re d’Italia, elevandolo involontariamente a simbolo del coronamento di tutti gli sforzi risorgimentali, di chi ha teorizzato, lottato e in alcuni casi ha dato la vita per l’unificazione nazionale.

Con la creazione del regno d’Italia nacque nel 1861 la lira italiana, che ereditò la monetazione del regno di Sardegna. Con la nascita dell’Unione monetaria latina la lira poté circolare liberamente come moneta corrente nei paesi aderenti all’Unione, inizialmente l’Impero francese, il regno del Belgio e la Confederazione elvetica.

La prima serie da 5 centesimi fu coniata nel 1861 a Milano, Napoli e Bologna, nel 1862 solo a Napoli e nel 1867 a Milano e Napoli. Queste monete venivano chiamate “palanca” o “soldo”.

Le ultime monete con questo valore furono coniate nel regno d’Italia nel 1943. Dopo la seconda guerra mondiale e la profonda svalutazione che ebbe la lira italiana, tutti i tagli in centesimi di lira non vennero più coniati.

Thomas Venturi e Filippo Lucchi

Nuovo reperto ritrovato: picchetto

Il picchetto ritrovato a Milano Marittima, nell’area dell’ex aeroporto alleato, potrebbe aver avuto un paio di usi.

Il picchetto in questione è stato ritrovato dal nostro collaboratore Filippo Lucchi in un’area della pineta non distante da uno dei sentieri principali utilizzati solitamente da residenti e turisti per piacevoli camminate o attività sportive.

Come ormai molti di voi sanno, la pineta che costeggia il Viale Matteotti diventò, nel novembre del 1944, un aeroporto militare ad uso degli Alleati che supportavano l’avanzata dell’Ottava Armata Britannica verso il nord Italia.

picchetto aeroporto militare di milano marittima

Mappa dell’aeroporto ricostruita in base ai ritrovamenti

In realtà i picchetti ritrovati sono due, uno è stato lasciato in posizione per essere mostrato durante i nostri Bunker Tour, l’altro è stato portato via e messo al sicuro.

A COSA SERVIVANO I PICCHETTI?

Esistono diversi tipi di picchetto, con usi e forme diverse. Possiamo però definire due tipologie di utilizzo principali: quello da tenda e quello da grella. Quale sarà il nostro?

IL PICCHETTO DA TENDA

I più comuni sono quelli da tenda. In genere sono lunghi, sottili e con forme molto diversificate, questi picchetti erano impiegati ieri come oggi per fissare i tiranti delle tende da campo. Sappiamo per certo che a Milano Marittima c’era un campo tendando inglese per via della grande quantità di anelli da tenda ritrovati in una landa. I picchetti in questione, però, provengono da un’altra area molto più a nord, ma sicuramente di tende, in tutta l’area dell’aeroporto, ce ne erano sparse un po’ ovunque.

IL PICCHETTO DA GRELLA

Meno conosciuti sono invece i picchetti da grella. Dovete sapere che a quel tempo gli aeroporti d’appoggio venivano realizzati in breve tempo proprio grazie all’utilizzo delle grelle (Marston Mats in inglese). Le grelle altro non erano che pedane di metallo della lunghezza di 3 metri e dal peso di 30kg. Il vantaggio che offriva questa curiosa metodologia di costruzione delle piste era proprio quella di essere resistente, adattabile, facilmente assemblabile e trasportabile.

picchetto grella milano marittima

La grella ritrovata a Milano Marittima da Luca Aducati

Anche le grelle, per quanto grandi e pesanti, avevano bisogno di essere stabilizzate una volta messe a terra. Ciò avveniva attraverso dei gancetti che le tenevano unite l’una all’altra in rinforzo agli incastri e grazie anche all’utilizzo di picchetti.

Picchetto

I picchetti lunghi 60cm ritrovati da Filippo Lucchi

Il picchetto veniva conficcato nei fori delle grelle posizionate ai margini della pista. Questo conferiva stabilità orizzontale alla pista ed evitava gli spostamenti laterali delle grelle dovuti agli atterraggi di grandi aerei come i bombardieri. Per evitare che la pista si deformasse, il personale di terra conficcava i picchetti lungo tutto il lato lungo del perimetro. Anche in questo caso, però, potevano avere forme differenti.

Una azienda tedesca con la quale sono entrato in contatto, mi ha inviato la foto dei loro picchetti ancora oggi in produzione e sono simili in tutto per tutto a quelli in uso nella seconda guerra mondiale.

picchetto marston mat

I picchetti da grella dell’azienda tedesca

Si nota da subito la forma triangolare del chiodo e la differenza della testa che non è quadrata e piegata su stessa ma un tondo saldato. Questo mi porta ad escludere il nostro picchetto dall’utilizzo nelle grelle ma è anche vero che essendo molto simili avrebbe potuto adempiere allo stesso scopo in caso di bisogno.

Continueremo a svelare nuovi reperti ma, se te li sei persi, scopri quelli precedenti:

Piastrina tedesca

Targhetta Vickers Wellington

Dentifricio Pebeco

Granate Mills

Anello Leone di Giuda

Fregio Corpo Militare Nativo

Thomas Venturi e Filippo Lucchi

Nuovo reperto in pineta: il Leone di Giuda

Prosegue la nostra rassegna degli ultimi reperti rinvenuti nella pineta di Milano Marittima.

Come avevamo già anticipato ieri, quando vi abbiamo mostrato il fregio del Corpo Militare Nativo del Sud Africa ritrovato dal nostro nuovo collaboratore Ettore Baldisserri, sono stati rinvenuti molti nuovi reperti nella pineta di Milano Marittima e ve li mostreremo in anteprima giorno per giorno. Oggi è il turno di un altro pezzo molto interessante: il Leone di Giuda.

leone di giuda

Ritrovamento di Ettore Baldisserri

Il Leone di Giuda è il simbolo della tribù ebraica di Giuda, il quarto figlio di Giacobbe. Giuda era considerato il fondatore della tribù. L’associazione tra Giuda e il leone può essere innanzitutto trovata nella benedizione di Giacobbe a Giuda di cui si legge nel Libro della Genesi. Sia il re Davide che Gesù discendono dalla tribù di Giuda, di cui il leone è simbolo.

leone di giuda

Bandiera dell’Etiopia del 1897

Per i rastafariani è il simbolo della genìa della terra d’Etiopia, da essi considerata la nazione più antica e immutata del mondo. Simbolo centrale nella cultura rastafariana ed etiope, viene citato in moltissimi testi di musicisti reggae come Bob Marley.

IL LEONE DI GIUDA A MILANO MARITTIMA

Ritrovato sotto terra, si tratta di un anello in argento con l’immagine del Leone di Giuda e segni dell’alfabeto aramaico, compreso un dromedario. Nell’araldica militare italiana il Leone di Giuda, tenente nella branca destra una croce d’oro caricata del Cristo d’argento, è il simbolo concesso a ufficiali o funzionari che avevano partecipato alla guerra in Etiopia e che indossandolo potevano evidenziare tale partecipazione personale.

Gli anelli venivano realizzati da gioiellieri italiani che vi incidevano all’interno il marchio per l’identificazione del gioielliere. Questo, però, fu reso obbligatorio solo dal 1934. Non avendo inciso alcunché all’interno, l’anello ritrovato nella pineta di Milano Marittima è da datare in un periodo antecedente alla suddetta data.

Continueremo a svelare ogni giorno un nuovo reperto ma, se te lo sei perso, scopri quello precedente:

Fregio Corpo Militare Nativo

Thomas Venturi, Filippo Lucchi e Ettore Baldisserri

Nuovo reperto in pineta: Corpo Militare Nativo

Dalla pineta di Milano Marittima riaffiora la storia dell’aeroporto inglese della Seconda Guerra Mondiale. Tante le novità che vi mostreremo nei prossimi giorni.

In questi ultimi mesi sono stati ritrovati numerosi reperti in pineta a Milano Marittima risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, talmente importanti da poter aggiungere nuovi tasselli alla storia dell’aeroporto che si trovava nel cuore della pineta (qui la sua storia). I nostri nuovi e talentuosi collaboratori, Filippo Lucchi e Ettore Baldisserri, hanno trovato veramente di tutto, da piccole parti di aerei, a bottoni di varie divisioni, anelli, piastrine dei soldati, frammenti di bombe a mano e tanto, tanto altro che vi sveleremo nei prossimi giorni.

Unendo le nostre ricerche alle loro, siamo finalmente in grado di individuare zone ben distinte dell’aeroporto, come l’area adibita a cucina da campo, il poligono di tiro per bombe a mano Mills e quello delle armi da fuoco come mitragliatori e fucili.

In attesa di mostrarvi tutto il campionario, oggi vi proponiamo una chicca davvero preziosa: questo fregio da basco, o bustina, del Corpo Militare Nativo del Sud Africa.

Corpo Militare Nativo

Fregio del Corpo Militare Nativo, ritrovamento di Ettore Baldisserri

Raffigura un elefante africano con la proboscide alzata e la scritta N.E.A.S. (Non European Army Services). In alto è visibile uno stemma diviso in quattro figure difficilmente distinguibili.

Corpo Militare Nativo

Fregio ripulito (immagine dal web)

IL CORPO MILITARE NATIVO

Insieme agli aerei inglesi e a quelli australiani, nell’aeroporto nella pineta di Milano Marittima erano presenti anche i Sudafricani della South African Air Force con aerei North American Mustang Mark III che rimasero a Milano Marittima da Febbraio a Maggio del 1945. Insieme a loro, era presente il Corpo Militare Nativo (NMC). Consisteva in volontari neri nativi sudafricani reclutati nella Forza di difesa dell’Unione (UDF). Nonostante il nome dell’unità, non avevano alcun ruolo combattivo e prestavano servizio come braccianti alle unità militari bianche sudafricane dell’UDF. L’obiettivo era liberare il numero limitato di reclute bianche nell’UDF per averle disponibili in ruoli di combattimento.

Continuate a seguirci perché ogni giorno sveleremo un nuovo ritrovamento!

Thomas Venturi, Filippo Lucchi e Ettore Baldisserri

Reperti ritrovati in pineta a Milano Marittima

Riaffiora la storia dell’aeroporto anglo-americano attraverso i reperti ritrovati in pineta a Milano Marittima.

Quando gli Alleati abbandonarono l’aeroporto militare di Milano Marittima si curarono ben poco di ripulire l’area occupata e lasciarono una grande quantità di oggetti di vario genere che ancora oggi si possono trovare se si sa dove cercare. Questo è, fondamentalmente, il principale motivo che sta dietro ai reperti ritrovati in pineta a Milano Marittima, poi, sicuramente, c’è anche di chiamare in causa una bonifica abbastanza sbrigativa effettuata nel Dopoguerra.

Nel corso degli anni siamo entrati in possesso di così tante informazioni circa le dimensioni e la forma dell’aeroporto, che abbiamo deciso di spingerci dove nessun altro ricercatore storico locale era ancora arrivato, ovvero, tirare fuori dalla pineta il passato per renderlo visibile a tutti. Nelle diverse spedizioni le aree battute sono state diverse e questo ci conferma quanto fosse grande l’aeroporto. Possiamo infatti affermare, in base ai ritrovamenti, che coprisse un’area pari ai tre quarti dell’intera pineta.

Sono in realtà moltissimi i reperti ritrovati ma abbiamo deciso di mostrarvi solo quelli più riconoscibili e interessanti.

I REPERTI RITROVATI IN PINETA A MILANO MARITTIMA

Reperti ritrovati in pineta a Milano Marittima

Tappo che veniva avvitato nelle bombe d’aereo. Nella foto a sinistra è lievemente visibile un disegno

La spoletta di una bomba di aereo. In cima poteva essere installata una ventola e la forca a lato serviva come sicura da inserire tra il piatto superiore e la parte sottostante di colore verde

grella

La pista di decollo e tutte le vie di rullaggio per gli aerei erano costituite da grelle, lastre di metallo forato come quella rinvenuta da Luca Aducati a Milano Marittima nel Novembre del 2018

Reperti militari ritrovati in pineta a Milano Marittima

Ganci di grelle rinvenuti dentro ad una buca molto profonda

ganci grelle aeroporto

alcuni dei ganci ripuliti. Questi ganci servivano per tenere unite le grelle delle piste di atterraggio e rullaggio

gancio grella aeroporto

Un gancio in dettaglio. A distanza di anni è ancora presente la vernice mimetica verde

maglia contraerea

I ganci che tenevano insieme i proiettili di contraerea per formare il famoso nastro da mitragliatrice

proiettile contraerea milano marittima

Proiettile di contraerea. Fu trovato casualmente in un sentiero molti anni fa e consegnato alle forze dell’ordine come da prassi. Era comunque già scoppiato, probabilmente sotto terra e bastò riassemblare l’ogiva per la foto.

archeologia militare pineta milano marittima

Frammento aeronautico con vite antivibrazioni

archeologia militare pineta milano marittima

Potrebbe essere parte del telaio di un aereo. Si intravede centralmente la colorazione verde militare

archeologia militare pineta milano marittima

Tappo, probabilmente di cisterna. Nell’anello veniva agganciata una catenina per non perderlo

tappo

Questo tappo è americano e riporta ancora le scritte dell’azienda fabbricante (Tri Sure Chicago & New York) e serviva per chiudere i fusti di benzina o altri liquidi. Le due protuberanze che vedete all’interno sono le imposte nelle quali veniva incastrata la chiave per aprire il tappo. C’è ancora la gomma della guarnizione

archeologia militare pineta milano marittima

Probabilmente fa parte della spoletta di una bomba a mano. Attaccato c’è ancora il cartellino

archeologia militare pineta milano marittima

Questa punta di bomba veniva avvitata e utilizzata per trasportare le bombe agganciandole tramite le scalanature che vediamo sul lato destro. Poteva poi essere svitata per installarci l’innesco a ventola oppure lasciato per avere maggiore potere penetrante

 

 

 

schwere panzer-abt.504 stemma

Lo stemma lavorato artigianalmente raffigura un cingolo con una lancia ed era della Schwere Panzer Abteilung 504, una unità tedesca equipaggiata con carri pesanti Tigre. L’unità fu ad un certo punto spostata a Rimini e in seguito a Lugo e Massa Lombarda. Potrebbe essere stata persa nel tragitto fra le tre città romagnole

archeologia militare pineta milano marittima

Una fibbia

archeologia militare milano marittima

Il coperchio di una cassetta delle munizioni

archeologia militare pineta milano marittima

Coperchio di una cassetta che di lato presenta un taglio netto a forma di L. Forse fu tagliato per essere adattato ad un altro scopo. Si nota ancora il gancio di chiusura.

Partecipa ai Bunker Tour e vieni con noi sulle tracce dell’ex aeroporto alleato che c’era nella pineta di Milano Marittima.

Salvo dove specificato, tutti i reperti presenti in questo articolo sono stati trovati da Thomas Venturi.