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Deturpata la storica duna della Varese

E’ di questi giorni la notizia che alcuni mezzi cingolati hanno deturpato, più o meno consapevolmente, la storica duna della Colonia Varese. Vogliamo condividere con voi il punto di vista de La Voce Romagnola che Lunedì 19 Agosto ha pubblicato l’articolo riportato qui sotto dove spiega l’importanza di quella famosa duna e i vincoli ai quali è sottoposta.

“LA ZONA “SPECIALE”

In un’area in cui sono stati stabiliti dei vincoli con lo scopo di mantenere e tutelare quella zona dal punto di vista naturale, ambientale e conseguentemente progettuale, sembra siano stati clamorosamente disattesi contraddicendo di fatto gli obbiettivi per i quali era stata sottoposta a “speciale conservazione”. L’area in questione è l’arenile (circa 300×100 metri) di fronte all’ex Colonia Varese di Milano Marittima, unica spiaggia del Comune di Cervia a conservare ancora le dune di sabbia. L’ex colonia Varese, progettata da Mario Loreti nel 1937 è un stata dichiarata da tempo “Zona Speciale di Conservazione”, incluso anche parco ed arenile fino al bagnasciuga. Quindi una zona sottoposta a vincoli.

deturpata la storica duna della Varese

La storica duna della Colonia Varese a Milano Marittima

La ZSC è un sito di importanza comunitaria che viene adottato dal Ministero dell’Ambiente ed è destinato all’applicazione su di esso di misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione europea. L’intera pineta di Cervia è sottoposta a questo vincolo e questo minuscolo lembo di terra che si affaccia sul mare è l’ultimo arenile cervese destinato alla conservazione del suo patrimonio naturalistico balneare. Dei 13-14 chilometri di costa completamente urbanizzata ed arenili occupati da attività turistico balneari, questi 300 metri di dune e spiaggia rappresentano l’unica realtà di come era originariamente la costa romagnola prima dell’avvento del turismo. Nonostante questi vincoli in primavera parte delle dune e della spiaggia sono state ruspate in barba ai più elementari dettami di conservazione naturale. Ruspa per conservare è un ossimoro. Infatti nelle zone destinate ad una speciale conservazione è necessario che tutti i piani o progetti che possano avere incidenze significative sui siti (ossia che non rispettano le “misure di conservazione” dei siti stessi) e che non siano non direttamente connessi e necessari alla loro gestione devono essere assoggettati alla procedura di valutazione di incidenza ambientale. Ma le immagini mostrano che una parte di quell’arenile è in concessione per servizi spiaggia (lettini e ombrelloni) ed un altro per attività imbarcazioni. Tutto legittimo ma surreale dal punto di vista delle necessarie valutazioni ritenute compatibili dal punto di vista ambientale. Dove sia poi la diretta connessione nonché l’obbligatoria necessità alla gestione di tale “speciale” conservazione riguardo quelle due attività, è oggettivamente un mistero.

Deturpata la storica duna della Varese

La duna vista dalla spiaggia. Foto annewild.de

Ma l’aver determinato tale compatibilità con i vincoli di una ZSC, apre di fatto la possibilità che anche il resto di quell’arenile possa godere in futuro della stessa possibilità turistico balneare o per lo meno con egual impatto e questo potrà logicamente valere anche per l’intera pineta di Cervia. Speriamo che la falla non si allarghi anche se contraddizioni del genere non sono una sorpresa in Romagna nella politica amministrativa di tutela di zone protette, ad esempio la possibilità di andare a caccia nella “tutelata” Pineta di Lido di Classe ha dell’incredibile. Poi è sintomatica la gestione dei rifiuti sulla Traversa XXII, con l’abbandono di inerti edili ma anche parti di imbarcazioni in vetro resina. La prova di come vengono conferiti i rifiuti e come sono considerate da chi se ne serve le aree adibite alla raccolta, completano un quadro che in quella zona, sembra non aver nulla di “speciale”.

Negato lo stato di calamità naturale a Milano Marittima

Il governo Conte (ormai ex a dir la verità) ha negato la richiesta di stato di calamità naturale a Milano Marittima. La notizia arriva dall’assessore regionale al turismo Andrea Corsini che su Facebook non le manda certo a dire a quel Salvini che a Milano Marittima ha pensato più a divertirsi che a dare una mano.

Ecco il post apparso Mercoledì 21 Agosto 2019:

negato lo stato di calamità naturale a milano marittima andrea corsini

Il post di Andrea Corsini su Facebook

La richiesta era stata inoltrata a seguito del violento tornado che il 10 Luglio 2019 ha colpito duramente Milano Marittima provocando ingenti danni a privati e beni pubblici. L’aver negato lo stato di calamità naturale a Milano Marittima è un duro colpo per la nostra città che dovrà, anche in questa occasione, cavarsela da sola.

Parco Urbano in pineta: il parere dell’esperto

Nicola Merloni, naturalista e insegnante al Liceo Scientifico Oriani di Ravenna, ha esposto il suo parere sulla realizzazione di un Parco Urbano nella pineta colpita dal tornado del 10 Luglio 2019.

Nicola Merloni

IL PARERE DELL’ESPERTO SUL PARCO URBANO IN PINETA:

“Nei giorni che hanno seguito il drammatico evento meteorico che ha distrutto parte della pineta di Cervia, molte persone mi hanno chiesto cosa pensassi, in qualità di naturalista, per il futuro della pineta, e quali interventi ritenessi più opportuni per cercare di ripristinare il bosco distrutto.

Per noi naturalisti – questo è il mio pensiero e quello di molti amici appassionati ed esperti di vegetazione – gli unici interventi opportuni nella parte di pineta devastata, ma più in generale nella pineta tutta, sono gli interventi volti a ripristinare nel modo più naturale possibile il bosco ora distrutto o degradato. Questo non vuol dire necessariamente rifare la pineta com’era, impresa oltretutto impossibile visto che sono caduti pini domestici secolari, ma significa cercare di interpretare le dinamiche vegetazionali spontanee in atto e poi assecondarle quanto più possibile. Questo al fine di ricreare un bosco quanto più possibile naturale, che – vorrei ricordare – non è mai un semplice insieme di erbe, arbusti e alberi, ancorché adatti, ma piuttosto il risultato di una complessa rete di INTERAZIONI fra organismi viventi (vegetali, animali, fungini, batterici), venutasi a creare spontaneamente e in tempi generalmente molto lunghi. Questa rete di relazioni è ciò che contraddistingue un bosco da un’accozzaglia di alberi e arbusti piantati dall’uomo, e su questa complessa rete si basa la buona salute e la resilienza del bosco e di tutti gli ambienti naturali degni di tale nome.

Parco Urbano in pineta: il parere dell'esperto

La zona colpita dal tornado dove dovrebbe sorgere il Parco Urbano. Foto Phill Guidetti

Fatta questa premessa, vorrei aggiungere che le pinete, storiche e litoranee che siano, non sono state create dall’uomo con finalità naturalistiche, ma utilitaristiche, e i pini, domestici o marittimi, sono stati piantati per il legname, i pinoli, o come barriera a protezione dai venti salsi provenienti dal mare. I pini, come è noto, non sono mai stati alberi appartenenti alla flora naturale dei litorali nordadriatici, e pertanto dovevano – e devono – essere continuamente piantati, potati e accuditi in vario modo al fine di conservarli.

A questo punto può sembrare un controsenso parlare di ambienti naturali e di spontaneità della vegetazione all’interno di formazioni create dall’uomo, per di più utilizzando in parte alberi non autoctoni, ma in realtà non è così, perché nei tempi lunghi che soprattutto le pinete storiche (San Vitale, Classe, Cervia) hanno conosciuto, la componente naturale ha avuto modo di affermarsi, spesso in modo dominante, e i lecci, le filliree, i biancospini, i prugnoli, le farnie e le roverelle hanno finito per creare compagini ad elevato carattere di naturalità, e oggi le nostre famose pinete – di cui i pini oltre ad esserne l’eponimo costituiscono uno straordinario elemento paesaggistico e storico – rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore, tanto più importante in un periodo storico connotato da un generale impoverimento ambientale, conseguente ad incendi, deforestazioni, desertificazioni ed alterazioni climatiche. Un patrimonio naturale che noi Cervesi ancora abbiamo la rara fortuna di possedere e di cui dovremmo essere orgogliosi.

Parco Urbano in pineta: il parere dell'esperto

La parte più colpita della pineta

Per questo motivo sono contrario ad un progetto che comporti decespugliamenti, allargamenti di sentieri, collegamenti fra Casa delle farfalle, golf, tennis, e quant’altro concorra a snaturare e a togliere valore ad un ambiente naturale che rappresenta l’unica vera ed inestimabile ricchezza di ciò che chiamiamo pineta di Cervia. Non è un caso che queste nostre pinete siano state inserite nel Parco del Delta del Po, e che siano state istituite, nell’ambito del Sistema Natura 2000 della Comunità Europea, Sito di Importanza Comunitaria e Zone Speciali di Conservazione (si veda IT4070008 – SIC/ZSC Pineta di Cervia).

Quindi ben venga la creazione di un Parco Urbano se ciò che si va a creare andrà a prendere il posto di zone precedentemente cementificate o asfaltate, di ex-coltivi a bassa produttività, di zone antropizzate ora abbandonate, ma assolutamente NO se questo Parco Urbano deve essere creato all’interno della Pineta di Cervia, approfittando di una temporanea e parziale distruzione conseguente ad eventi climatici estremi. La Pineta di Cervia, per come la vediamo noi naturalisti, conserva ancora, nonostante le sue recenti ferite, un inestimabile valore biologico ed ambientale, che tutti noi abbiamo il dovere di conservare”.

I fondatori saranno strade

Vi ricordate gli articoli del Conte come “Gli uomini sono strade” del 26 Aprile 2015 e “Gli illustri sconosciuti” del 2 Ottobre 2015 con le proposte di intitolare strade ai fondatori di Milano Marittima e magari dedicare loro un monumento più visibile?

I fondatori saranno strade

L’attuale monumento all’Anello del Pino

Dopo 4 anni pare che il Comune di Cervia abbia questa stessa intenzione, com’è scaturito dall’ultima serata dedicata alla storia dell’origine della nostra città!

A conferma che siamo un blog che parla del passato ma è sempre propositivo per il futuro.

Lettera da un turista disabile

lettera da un turista disabileAlcuni giorni fa un turista disabile ha scritto una lettera al Comune di Cervia che ci riempie di orgoglio, in quanto riassume in pieno la famosa ospitalità romagnola.

“Spettabile Comune di Cervia, buongiorno!!! Mi chiamo Roberto Mulas e sono un disabile che abita nella provincia di Varese. Due anni fa ebbi un violento incidente in moto, andando al lavoro, dal quale sono uscito paraplegico. Sono stato curato al Niguarda di Milano e vengo assistito continuamente da INAIL Varese. INAIL appunto mi fece notare la possibilità di usufruire di 20 giorni di soggiorno marino all’anno così cercando e ricercando su internet sono approdato al comune di Cervia e ai vari hotel attrezzati per disabili di Milano Marittima. Ho soggiornato presso Hotel Meris di Milano Marittima dal 13 al 28 luglio 2019. Desidero ringraziare tutto il Comune di Cervia per l’ordine e la pulizia che ho trovato. Ho notato anche che quasi tutti i marciapiedi hanno uno scivolo di entrata ed uno di uscita. Gli stabilimenti balneari si sono dimostrati disponibili ed efficienti. In hotel il personale si è dimostrato cortese e disponibile. Ho apprezzato soprattutto il servizio “un bagnino per amico” che mette a disposizione personale e carrozzina da mare per poter fare un bagno in acqua. Ringrazio vivamente voi tutti per l’accoglienza e per il trattamento caloroso ed adeguato che riservate ai turisti. Grazie a tutti. Buon lavoro e buona continuazione!!!”

Roberto Mulas