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Negato lo stato di calamità naturale a Milano Marittima

Il governo Conte (ormai ex a dir la verità) ha negato la richiesta di stato di calamità naturale a Milano Marittima. La notizia arriva dall’assessore regionale al turismo Andrea Corsini che su Facebook non le manda certo a dire a quel Salvini che a Milano Marittima ha pensato più a divertirsi che a dare una mano.

Ecco il post apparso Mercoledì 21 Agosto 2019:

negato lo stato di calamità naturale a milano marittima andrea corsini

Il post di Andrea Corsini su Facebook

La richiesta era stata inoltrata a seguito del violento tornado che il 10 Luglio 2019 ha colpito duramente Milano Marittima provocando ingenti danni a privati e beni pubblici. L’aver negato lo stato di calamità naturale a Milano Marittima è un duro colpo per la nostra città che dovrà, anche in questa occasione, cavarsela da sola.

Parco Urbano in pineta: il parere dell’esperto

Nicola Merloni, naturalista e insegnante al Liceo Scientifico Oriani di Ravenna, ha esposto il suo parere sulla realizzazione di un Parco Urbano nella pineta colpita dal tornado del 10 Luglio 2019.

Nicola Merloni

IL PARERE DELL’ESPERTO SUL PARCO URBANO IN PINETA:

“Nei giorni che hanno seguito il drammatico evento meteorico che ha distrutto parte della pineta di Cervia, molte persone mi hanno chiesto cosa pensassi, in qualità di naturalista, per il futuro della pineta, e quali interventi ritenessi più opportuni per cercare di ripristinare il bosco distrutto.

Per noi naturalisti – questo è il mio pensiero e quello di molti amici appassionati ed esperti di vegetazione – gli unici interventi opportuni nella parte di pineta devastata, ma più in generale nella pineta tutta, sono gli interventi volti a ripristinare nel modo più naturale possibile il bosco ora distrutto o degradato. Questo non vuol dire necessariamente rifare la pineta com’era, impresa oltretutto impossibile visto che sono caduti pini domestici secolari, ma significa cercare di interpretare le dinamiche vegetazionali spontanee in atto e poi assecondarle quanto più possibile. Questo al fine di ricreare un bosco quanto più possibile naturale, che – vorrei ricordare – non è mai un semplice insieme di erbe, arbusti e alberi, ancorché adatti, ma piuttosto il risultato di una complessa rete di INTERAZIONI fra organismi viventi (vegetali, animali, fungini, batterici), venutasi a creare spontaneamente e in tempi generalmente molto lunghi. Questa rete di relazioni è ciò che contraddistingue un bosco da un’accozzaglia di alberi e arbusti piantati dall’uomo, e su questa complessa rete si basa la buona salute e la resilienza del bosco e di tutti gli ambienti naturali degni di tale nome.

Parco Urbano in pineta: il parere dell'esperto

La zona colpita dal tornado dove dovrebbe sorgere il Parco Urbano. Foto Phill Guidetti

Fatta questa premessa, vorrei aggiungere che le pinete, storiche e litoranee che siano, non sono state create dall’uomo con finalità naturalistiche, ma utilitaristiche, e i pini, domestici o marittimi, sono stati piantati per il legname, i pinoli, o come barriera a protezione dai venti salsi provenienti dal mare. I pini, come è noto, non sono mai stati alberi appartenenti alla flora naturale dei litorali nordadriatici, e pertanto dovevano – e devono – essere continuamente piantati, potati e accuditi in vario modo al fine di conservarli.

A questo punto può sembrare un controsenso parlare di ambienti naturali e di spontaneità della vegetazione all’interno di formazioni create dall’uomo, per di più utilizzando in parte alberi non autoctoni, ma in realtà non è così, perché nei tempi lunghi che soprattutto le pinete storiche (San Vitale, Classe, Cervia) hanno conosciuto, la componente naturale ha avuto modo di affermarsi, spesso in modo dominante, e i lecci, le filliree, i biancospini, i prugnoli, le farnie e le roverelle hanno finito per creare compagini ad elevato carattere di naturalità, e oggi le nostre famose pinete – di cui i pini oltre ad esserne l’eponimo costituiscono uno straordinario elemento paesaggistico e storico – rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore, tanto più importante in un periodo storico connotato da un generale impoverimento ambientale, conseguente ad incendi, deforestazioni, desertificazioni ed alterazioni climatiche. Un patrimonio naturale che noi Cervesi ancora abbiamo la rara fortuna di possedere e di cui dovremmo essere orgogliosi.

Parco Urbano in pineta: il parere dell'esperto

La parte più colpita della pineta

Per questo motivo sono contrario ad un progetto che comporti decespugliamenti, allargamenti di sentieri, collegamenti fra Casa delle farfalle, golf, tennis, e quant’altro concorra a snaturare e a togliere valore ad un ambiente naturale che rappresenta l’unica vera ed inestimabile ricchezza di ciò che chiamiamo pineta di Cervia. Non è un caso che queste nostre pinete siano state inserite nel Parco del Delta del Po, e che siano state istituite, nell’ambito del Sistema Natura 2000 della Comunità Europea, Sito di Importanza Comunitaria e Zone Speciali di Conservazione (si veda IT4070008 – SIC/ZSC Pineta di Cervia).

Quindi ben venga la creazione di un Parco Urbano se ciò che si va a creare andrà a prendere il posto di zone precedentemente cementificate o asfaltate, di ex-coltivi a bassa produttività, di zone antropizzate ora abbandonate, ma assolutamente NO se questo Parco Urbano deve essere creato all’interno della Pineta di Cervia, approfittando di una temporanea e parziale distruzione conseguente ad eventi climatici estremi. La Pineta di Cervia, per come la vediamo noi naturalisti, conserva ancora, nonostante le sue recenti ferite, un inestimabile valore biologico ed ambientale, che tutti noi abbiamo il dovere di conservare”.

La pineta un mese dopo il tornado

Un mese fa, Milano Marittima veniva investita dal tornado più potente che si possa ricordare in 107 anni dalla sua fondazione; addirittura peggiore di quello che distrusse il ristorante Al Gabbiano nel 1966.

Era il 10 Luglio 2019, ore 9.30 del mattino circa, un tromba marina si alza davanti al confine con Lido di Savio e prosegue in mare per alcune centinaia di metri. Tocca terra all’altezza della Decima Traversa, investe case, macchine e abbatte pini, prosegue dentro alla pineta creando un corridoio di alcune centinaia di metri per poi concludere la sua folle corsa al Parco Naturale; ancora oggi chiuso e senza una data di riapertura.

tornado devasta milano marittima

Il percorso del tornado. © Thomas Venturi

Molti sono stati i danni alle strutture, dei quali i giornali hanno già parlato ampiamente, ed è il motivo per il quale oggi tralascerò questo aspetto e vi mostrerò, invece, come si presenta la pineta un mese dopo il tornado.

Devo ammettere che dal vivo l’impatto visivo e morale è stato forte, mi ha spiazzato, quasi stordito, non riuscivo a rendermi conto di quanto verde mancasse e cercavo di capirlo spremendo la mente in cerca di ricordi, ma il cervello è come se in quel momento si stesse rifiutando di ammettere che li, dove adesso vedevo una landa illuminata dal sole, prima, a stento, vedevo il cielo.

ECCO QUELL’AREA DI PINETA PRIMA DEL TORNADO

COME SI PRESENTA DOPO IL TORNADO

La pineta un mese dopo il tornado

Un tempo a stento si vedeva il cielo

La pineta un mese dopo il tornado

Molti pini caduti sono stati segati e portati via

attrezzatura ginnica

Un tempo questo attrezzo era avvolto dalla pineta

La pineta un mese dopo il tornado

In alcuni tratti non è rimasto in piedi un solo pino

milano marittima pini segati

Non sembra neanche la nostra pineta

Quale sarà il futuro di questa grande parte di pineta ancora non è molto chiaro. Sembra che verrà creato un parco urbano polifunzionale sull’idea di Central Park a New York. L’idea è sicuramente interessante, anche se non ci dispiacerebbe la strada della ripiantumazione per far tornare quell’area come prima. Voi cosa ne pensate?

Thomas Venturi

Piazzale Genova, prima e dopo

Solo chi, come noi, conosce Milano Marittima pino per pino, giardino per giardino, può capire la ferita al cuore che il tornado del 10 Luglio 2019 ha provocato. Per comprendere al meglio come sia cambiata la fisionomia di Piazzale Genova abbiamo pensato di proporvi un confronto con foto scattate nel 1998, quando già si iniziavano a perdere alberi per altri motivi, e foto scattate alcuni giorni fa. Salta subito agli occhi la perdita di quasi tutto il verde in soli 20 anni.

Il Conte

Milano Marittima cade in piedi

strage di pini a milano marittima

Piazzale Genova. Foto Ausiello-Mazzi

Camera con svista. Così con un titolo quasi cinematografico, ieri mattina 11 Luglio 2019, avrei potuto definire il panorama dalla mia balconata su Piazzale Genova, un paesaggio lunare. Davvero mi pareva di vedere un film non casa mia, 365 giorni l’anno dal 1974, quando mi affacciavo ai vetri e non vedevo disotto tanto era il verde, tanti erano i pini, spariti pian piano negli anni, maciullati i restanti Mercoledì… Si Mercoledì, ma pare un tempo lunghissimo, anche se tutto è continuato nel pomeriggio, nella serata, nella notte, e ancora continua. Ovvero il lavoro, a vario titolo, ma sempre titolo di merito, sta operando per rimettere in sesto la situazione della area disastrata, proprio la parte di traverse un tempo detta il Piccolo Parioli per essere un’enclave di eleganza e alta società in una Milano Marittima che era di alto livello ovunque. Io e la mia cara amica d infanzia, la marchesa Marcella Bargagli Petrucci, ci guardavamo attorno, come se dopo decenni questo lembo di Milano Marittima non ci appartenesse più, camminavamo come attori che si trovavano a calcare un palcoscenico sbagliato.

Leggi anche: Tornado devasta Milano Marittima, la nostra ricostruzione del suo passaggio.

Strage di pini a Milano Marittima

Foto Ausiello-Mazzi

Mi è venuta rabbia ieri, a leggere certi articoli, dove anche per una tale disgrazia, si è riusciti non solo a confondere piazzale Genova col Napoli (Corriere) ma per infilare la solita boiata dei vip dei calciatori ecc… Sul Carlino “Il cuore della Romagna vip è stato colpito da un tornado”. Donna Letizia vola di otto secoli per titolare “Dante e Deledda stregati da Milano Marittima” e giù la leccata immancabile “Torneranno gli amici da Arrigo Sacchi che in pineta ci abita, i calciatori, i vip…” Intanto veniamo prima noi residenti storici e spesso pure signori, carissima. Quei signori di Milano Marittima che fra mille disagi in casa, magari sono andati a comprare gelati, caffè, bottiglie di acqua fresca per operai pompieri e uomini in divisa che si facevano il mazzo. Poi basta assimilare Arrigo Sacchi con altra gente, perché Sacchi è in tutto e per tutto uno di noi, di Milano Marittima, da quando sono arrivati oltre mezzo secolo fa i suoi genitori, e proprio lui ha abitato alla settima Traversa, la mia, la più devastata, molto prima di averci in hotel, carissima. Sacchi è una persona gentilissima e disponibile, come le figlie, e quando vede una cartaccia per terra, non necessariamente davanti casa sua o al suo hotel, la prende e la butta nel pattume, l’ho visto io tante volte, non gli ho mai detto nulla per non passare da lecchino, come te, carissima fissata coi calciatori e vip che per Milano Marittima non hanno mai fatto nulla. Bellissimo, invece, l’articolo di spalla sul Carlino firmato da Luca Goldoni, molto identitario, del resto anche lui come me e Sacchi è uno della Settima Traversa, anche lui sa, anche lui ricorda, non come certi “colleghi” odierni. Sul Corriere poi si erano preoccupati “il vortice ha però risparmiato il Centro di Milano Marittima” e figurati, il sancta sanctorum della cafonaglia… Da sempre.

strage di pini a milano marittima

Foto Il Resto del Carlino

Anche se non sono un bagnino colpito, anche se non sono nessuno, come residente stamattina ho di nuovo ringraziato alcuni turisti che ieri si sono fatti il mazzo per rimettere in piedi la spiaggia a tempo record. Ieri sui quotidiani locali c’era la disamina dello spiegamento di forze che, solo così, ha reso possibile tornare operativi evitando il caos, sopratutto tenendo conto che hanno operato tutta notte, spesso al buio, essendo spariti tanti lampioni ed essendo mancata la corrente.

GRAZIE DI CUORE A TUTTI

Per il Servizio Verde Comune di Cervia ringraziamo Flavia Mazzoni, Alberto Mieti, Barbara Frigoli, Paolo Omicini, Daniele Fontana, Fabio Fabbri, Teresa Risi, Angelo Gioacchino, Roberto Carlo, Marco Lucchi.

Per la Protezione Civile Roberto Buonafede, Maria Adinolfi, Brunetti, poi tutti gli operatori privati, quelli di Deltambiente e tantissimi giardinieri privati.

I nostri Carabinieri della stazione di Milano Marittima con i marescialli Adriano Mega, Claudio Di Egidio, Francesco Scirpoli con vari giovani colleghi del rinforzo estivo testé arrivati e testé risultati una manna, insomma tutti. A tanti ho stretto la mano, tanti mi scuseranno se non li nomino, ma solo per ignoranza delle generalità. Naturalmente i 2200 pini caduti erano tutti preziosi alberi secolari, non certo zappini, figurati.

Tornado devasta Milano Marittima

La pineta dopo il passaggio del tornado. Foto Valeria Mariani

Speriamo che qualcuno non prenda occasione per metterne in conto qualcuno in più, visto che ieri tanti erano felici, altro che romanzi di oggi, di vedere tanto repulisti arboreo. Perché loro non amano Milano Marittima, loro amano solo il nome, anzi la nomea di Milano Marittima, sono come i parassiti delle piante, che si attaccano per averne solo beneficio, il resto non conta, non potranno mai capire noi, quelli che ieri a vedere tanto scempio piangevano, e guardandoci non ci usciva una parola dal magone…

Il Conte