Scritto da Nino Giunchi
Non fu la peste e neppure il terremoto. I Savoia riuscirono dove ne Papi, Re o Dogi erano riusciti. Questi avevano già incamerato, nel 1862, le 47 saline della C.A. Potevano i Savoia condividere le saline cervesi con la nobiltà papale che era ancora proprietaria della quasi totalità di queste?
![Quando Cervia si spopolò e i salinari vennero schiavizzati](https://i0.wp.com/www.cerviaemilanomarittima.org/wp-content/uploads/2018/05/Nella-torretta-in-primo-piano-vi-erano-i-maniglioni-che-aprivano-e-chiudevano-lenergia-elettrica-proveniente-dalla-centrale-della-Bova-dove-erano-i-generatori-di-energia-elettrica.jpg?resize=800%2C517)
![Quando Cervia si spopolò e i salinari vennero schiavizzati](https://i0.wp.com/www.cerviaemilanomarittima.org/wp-content/uploads/2018/05/si-scava-la-darsena-per-il-posizionamento-dei-plinto-per-i-nastri-trasportatori.jpg?resize=800%2C673)
In uno stato di Diritto non si potevano espropriare Saline e Miniere come dice De Gasparis nel suo libro del 1900 IL SALE E LE SALINE. Ed ecco saltare fuori un “però” con due leggi. D.M. n° 752 del 17 febbraio 1907 e D.M. n° 2037 del 2 luglio 1908. I Savoia mettono in atto, come maggiori proprietari, la più grossa trasformazione mai avvenuta nelle saline cervesi: canali pensili, aumento dei Morari, nastri trasportatori per la reposizione del sale nei magazzini, nuova presa a mare con due pompe di sollevamento dell’acqua (Questa contestata dall’Ing. Capo del Comune con un suo progetto molto meno dispendioso).
![Quando Cervia si spopolò e i salinari vennero schiavizzati](https://i0.wp.com/www.cerviaemilanomarittima.org/wp-content/uploads/2018/05/fu-la-prima-pompa-di-sollevamento-acqua-della-bova-e-funzionava-con-un-motore-a-gas.jpg?resize=800%2C1080)
![Quando Cervia si spopolò e i salinari vennero schiavizzati](https://i0.wp.com/www.cerviaemilanomarittima.org/wp-content/uploads/2018/05/Il-magazzino-darsena-visto-dallinterno.jpg?resize=800%2C567)
La cifra di questa trasformazione è enorme e va divisa fra tutti i proprietari. Le ultime saline di proprietà furono vendute il 19 febbraio 1910. Se ne andò tutta la nobiltà, i notai, i diversi fattori, i direttori e i contabili della salina ma anche molti facchini rimasero poi senza lavoro. Anche il proprietario di tutte le burchielle fu costretto a venderle e perse la ragione, perché gli pagarono una cifra irrisoria di tutto il capitale che aveva investito. Quella volta rimanemmo anche senza Vescovo…
L’ATTO DI VENDITA DELLE SALINE