Cos’è il verde per Cervia?

Cos’è il verde per Cervia?Tale Gesù, che di cognome faceva Cristo e di mestiere Figlio di Dio, qualche dubbio l’ha avuto, come vero uomo e vero Dio. Tutti abbiamo dubbi, tutti nella vita facciamo anche delle cazzate, o perlomeno guardando indietro cose che sicuramente non faremmo o non faremmo propri allo stesso modo. A Cervia invece si ha la grazia della totale gioia paradisiaca, qui tutto è sempre bello, ben fatto, un successo, da premio. Che Dante abbia preso la nostra Pineta come paragone del Paradiso si sa. Cosa fosse e sia per la gente nostra, un po’ più difficile dirlo.

Il giorno ultimo di Settembre 2019, un comunicato del sindaco annunciava la morte dell’architetto Campos Venuti, artefice del nostro più recente piano regolatore e col defunto ex sindaco Ivo Rosetti dobbiamo loro il primo concetto di verde non come mero arredo urbano accessorio e di cornice, ma di verde parte integrante della cittadina. Il nostro simpatico sindaco lo sappiamo, ama tantissimo la sua città, ed è solo un bene, però quando si ama è facile anche lasciarsi un po’ prendere la mano. In realtà, l’idea non è affatto una primizia del binomio Campos Rosetti, è storia vecchia, molto vecchia, come ho già fatto notare nel mio articolo Made in Italy. L’idea della città giardino non è neanche un idea originale del signor Howard tanto spesso citato dalle guide, é una splendida idealità del rinascimento italiano, e fa capo a Leon Battista Alberti, punto.

Hanno subito trovato applicazione, per esempio, a Sabbioneta nel progetto di Palazzo Giardino di Vespasiano Gonzaga, con fior di studi successivi a sviscerare la faccenda. Ideali ripresi nel Dopoguerra da illustri architetti milanesi quali Guglielmo Mozzoni e Ludovico Bariano. Anche per lo stesso Palanti il verde era DNA della Milano Marittima, non arredo di giardinetti. La cosa che stupisce di più è però il bando europeo per raccogliere fondi per la ripiantumazione della pineta devastata dal tornado il 10 Luglio 2019. Il Corriere, il primo ottobre, scrive di uno stanziamento di fondi regionali per 500mila euro ed uno comunale pari a 481mila.

Cos’è il verde per Cervia?

Una parte della pineta colpita dal tornado del 10 Luglio 2019

Proprio lo stesso giorno mi arriva in buchetta “Cervia il giornale della città” anno xv n. 7 settembre 2019 dove a pagina 3 leggo che il Comune ha partecipato alla realizzazione della già inaugurata tensostruttura di Savio, costo complessivo 600mila euro, già trovati 400mila ne mancano 200mila anche qui parte raccolta fondi magari anche tramite il 5 x mille. Domanda: non è una cifra esorbitante per un capannone di metri 20×40? Non era prioritario dirottare i fondi per la Pineta? Possibile che si spenda in proporzione molto di più per un capannone a Savio rispetto ai fondi regionali per un bene assoluto e storico di tutti come la Pineta devastata? A leggere le cifre pare che essa valga o conti di meno… Siamo messi male se una intera regione ed un colosso finanziario come la regione da solo 500mila euro per un disastro e la piccola frazione di Savio si permette 600mila ero per un tendone. Per chi volesse far finta di non capire e magari buttarla in politica, dico chiaro e netto che io ne sto facendo solo esclusivamente un discorso di proporzioni. L’attenzione al verde ha sempre destato comunque attenzioni politiche o dei governanti, da quando il papa regalò l’usufrutto della Pineta alla intera comunità cervese, fino a Mussolini che anche qui a Milano Marittima ha lasciato parecchie impronte.

Cos’è il verde per Cervia?

Anni ’60, Rotonda Primo Maggio. Notare le staccionate realizzate con rami di pino.

Ultima considerazione rivolta al signor Pierre Bonaretti, con tutta la simpatia vorrei far notare a lui e ricordare anche ai più giovani che la idea di riutilizzare il legno dei Pini non è per niente una novità dato che per tanti decenni, per esempio, i rami di pini o altri alberi erano utilizzati per le staccionate che delimitavano tutte le aree verdi di Milano Marittima, a partire dall’intero Anello del Pino o anche l’attuale Piazzale Treffz, per non dire Via Jelena Gora e tanti altri.

Il Conte