Il Conte torna a parlare della strage di pini di Via Melozzo da Forlì e fa una previsione su dove ci sarà il prossimo abbattimento di massa.

Francamente, mi stupisce la vampata di polemiche ed indignazione a seguito della strage di pini in Via Melozzo. È solo l’ultimo capitolo di un racconto già pieno di pagine anche peggiori e che è destinato ad averne di successivi.

La prossima strage di pini
Corriere di Romagna del 14/11/2021

Non mi pare che quando fecero fuori la pineta dietro all’hotel Mare Pineta, ampiamente boscata, e sostituita da un gruppo di palazzi e da un parcheggio quasi sempre vuoto, ci siano state lamentele. Non mi pare che quando fu eliminata dal Matteotti una pineta fra la Quattordicesima e Quindicesima Traversa, sempre per farci appartamenti e dove nei mesi scorsi il verde che era rimasto era stato ulteriormente sfoltito, abbia suscitato polemiche. Neanche quando li vicino hanno fatto fuori un lotto pinetale a ridosso dell’Hotel Monaco.

La prossima strage di pini
La pineta scomparsa in Viale Matteotti tra la XIV e la XV Traversa

Da oltre 10 anni nessuno si preoccupa della messa in vendita, a fini edilizi, del vicino lotto di pineta accanto all’Hotel Sahara all’Anello del Pino e che sarà la prossima strage di pini, se si eccettuano strane proposte per la Colonia Varese, dove anche li si vorrebbe fare tabula rasa.

La prossima strage di pini
Il lotto già in vendita nel 2011 all’Anello del Pino

la prossima strage di pini

 

Quanto al consumo del territorio, basta farsi un giro per Milano Marittima e vedere come in ogni nuova costruzione le volumetrie siano ampiamente superiori a quelle dei vecchi caseggiati demoliti.

Francamente fa specie leggere certe affermazioni del tipo che con i nuovi interventi ci sarà più verde. Se costruisci anche poco dove prima non c’era nulla, la logica vuole che aumenti non certo il verde ma la massa di cemento. Mi pare semplice. Ancora peggio leggere che ci si starebbe addirittura tenendo più stretti rispetto a parametri precedenti, insomma dovremmo quasi ringraziare? Per non dire di chi da lezione di non cementificazione, quando sotto il suo dominio si appoggiava a spada tratta la costruzione di una schifezza chiamata bonariamente eco mostro, ovvero il grattacielo dei 220 appartamenti alla prima Traversa.

Davvero non si sa più se ridere o piangere, a partire dalla mia traversa e altre limitrofe. Io da 20 anni, ed oltre, vedo solo più cemento, più caseggiati e sempre meno alberi, aiuole e fiori. Il problema è che nonostante tutto a Milano Marittima c’era talmente tanto verde che, nonostante i massacri, ancora molto ne resta agli occhi dei forestieri, che siano turisti o frequentatori del week end, tutte persone che non hanno memoria pregressa per capire la differenza abissale.

Non si capisce come mai nel paese del verde manchi costantemente di farsi sentire, a livello non politico e partitico ma a livello ambientale, il famoso partito dei Verdi. Evidentemente sono impegnati in battaglie di altri colori, dato che non li abbiamo mai visti ne sentiti a manifestare il benché minimo disappunto sul nuovo andazzo su quei cantieri che a Milano Marittima sono operativi pure la Domenica e come posso testimoniare, anche se non sarò creduto, operativi addirittura durante i fuochi di mezzanotte di un capodanno di qualche anno fa. Alla faccia dell’edilizia in crisi.

Ultimamente c’è sempre un problema col verde, c’è sempre un permesso per eliminarne, ma stranamente più ne togli più dicono che aumenta, mah. Come cittadino residente mi sento preso in giro, e non voglio pensare a quei cretini che dicono che i pini segati a Milano Marittima si possono ripiantare altrove nel comune per mantenere comunque la percentuale di verde e di alberature inalterata. Ovviamente questo è giusto a livello di numero, ma per tutto il resto è una cazzata. Se togli ad un luogo i suoi elementi caratterizzanti, quel luogo sarà completamente stravolto.

Perché mantenere in centro storico a Roma il Colosseo e il Pantheon e non farci al loro posto dei bei parcheggi o degli ipermercati, tanto li ricostruiamo pari pari fuori città così li vediamo lo stesso. Peccato che Roma non sarebbe più Roma. Possibile che sia così difficile da capire?

Come vi ho già scritto tante volte, entro il 2030 Milano Marittima sarà il clone di Lido di classe, una sequenza di case, case, e ancora case, un dormitorio per l’estate ed il week end, poco verde in linea con tante altre località, qualche negozio attorno alla Rotonda Primo Maggio e tanti saluti al meraviglioso sogno iniziato nel 1912.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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