Un post pubblicato su Facebook mostra diversi pini abbattuti in Via Melozzo da Forlì.
Alzarsi la mattina e trovarsi già nei social le foto dell’ennesima strage di pini in Via Melozzo da Forlì a me, perlomeno a me, fa piangere il cuore. Quella nelle foto pubblicate non è la strage del tornado del 10 Luglio 2019, ma quella del 10 Novembre 2021.
Francamente, non c’è neanche bisogno di guardare Facebook e neanche di farsi una passeggiata per Milano Marittima, basta rimanere in casa propria, perlomeno noi veri residenti, perché c’è sempre, tutti i giorni, festivi compresi, qualche moto sega pubblica o privata che va alla grande e si sente come un perenne fastidioso ronzio delle zanzare di notte in camera da letto.
Sega di qua, sega di là, c’è sempre una scusa pur di segare. La cosa strana è che una volta era più facile avere un miracolo da Padre Pio più che il permesso di segare anche un solo pino, stranamente adesso si va giù subito ed in quantità industriali.
“Ormai Milano Marittima fa concorrenza a certi paesi nordici per produzione di legname”.
Questo perché saremmo, secondo la propaganda, la località che ama il verde, anzi, una località sempre più verde. È facile da raccontare sui giornali, la vita vissuta è ben diversa, specie da chi appartiene ad una famiglia legata a Milano Marittima da 70 anni e ci abita tutto l’anno da 54 e si ricorda bene come fosse Milano Marittima, quella vera, quella verde.
Ho ritrovato nel mio archivio un vecchio manifesto di qualche decennio fa firmato da Silvano Collina, dove ci si impegnava ad avere più verde più pulizia e meno rumori in una località che già era a posto così.
Adesso abbiamo più sporcizia nonostante la nuova tipologia di raccolta, abbiamo più rumori grazie alla movida notturna e il verde è sempre più un ricordo che rimarrà solo nelle vecchie foto.
Che poi basta andare a vedere le foto di Milano Marittima, quella ancora degli anni ’80, e capire l’enorme differenza con oggi e sarebbe ora di finirla di mettere tutto in conto alla tempesta del luglio 2019 o altre piccole buriane, stanno segando a man bassa da metà anni ’90, e soprattutto non c’è ripiantumazione in tanti punti, a partire da intere traverse, e nessuno ci spiega perché dove prima insistevano 20 pini poi non è stato ripiantato neanche un cespuglio di rucola…
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi